Ho mentito! Non vi ho detto tutta la verità

Negli ultimi anni ho cercato di capire cosa portasse davvero valore alla mia vita, cosa mi facesse sentire connessa al mio IO più profondo. Non è facile darsi valore, perché la vita spesso ci mette alla prova. A volte scegliamo soluzioni comode, o almeno soluzioni che non deludano nessuno. Ma questo continuo “dire sì” senza il nostro autentico consenso porta, alla lunga, all’annientamento di noi stessi.

Non sempre possiamo – o dobbiamo – accettare ciò che l’altro ci chiede. È normale, ed è sano.

Il mio percorso è sempre stato abbastanza lineare, con pochi inciampi e poche pretese. E mi è andata bene così. Questo però non significa che abbia sempre accettato passivamente ciò che gli altri volevano da me. Ho sempre scelto, consapevolmente!

Eppure ho vissuto un lungo periodo in cui nulla, davvero nulla, sembrava tornare. Probabilmente non accettavo più ciò che avevo costruito fino a quel momento. Probabilmente non mi bastava più. Mi ero allontanata da me stessa. Ecco cosa era successo.

In questo blog ho sempre parlato del mio lavoro e del mondo del web, a cui sono profondamente legata. Ma mai del mio percorso personale. Sì, usiamo i social per condividere qualcosa, ma non sono il mezzo giusto per raccontare davvero. Lì tutto scorre, e nulla resta.

Ora invece voglio raccontare la verità. Non voglio più mentire.

Se siete passati nella mia pagina “Chi sono”, avrete letto poche righe su quando ho iniziato e sul perché faccio la web designer. Forse vi sarete chiesti: “Beh, cos’altro c’è da dire?”. Vi rispondo: non mi basta. E vi spiego perché.

Quando incontro un cliente, non mi fermo mai solo a chiedere “Cosa vuoi vendere?”, “Cosa fai?” o “Perché lo fai?”. Chiedo sempre: “Chi sei?”. E non è una domanda semplice. Come puoi rispondere così, su due piedi, a una persona che dovrebbe tradurre in immagine digitale ciò che sei?

Spesso, mentiamo. Mentiamo per non deludere, per non essere meno dei canoni che ci hanno detto essere accettabili. Questo facciamo! Ma è sempre per sopravvivere. Mostrare il meglio di noi, mai le nostre debolezze, perché “non sta bene”. Mostrare che siamo invincibili, sempre con obiettivi chiari.

Ma io non sono invincibile.
E probabilmente nemmeno tu che stai leggendo.

Mi sono accorta che in certi momenti della vita, quando non ti riconosci più, tutto comincia a crollare: i progetti, le relazioni, il lavoro. Ti svegli e ti chiedi: “Ma io, chi sono diventata? Perché continuo a fare cose che non mi assomigliano più?”

La risposta non arriva subito. Anzi, a volte non arriva affatto.
Però arriva una sensazione. Quella sottile, scomoda e costante: non sto vivendo la mia vita, sto vivendo quella che ci si aspettava da me.

Ed è lì che ho cominciato a spogliarmi. A togliere strati, ruoli, maschere, abitudini. E ho iniziato a cercare. Non fuori, ma dentro. A farmi le domande scomode. A lasciar cadere ciò che non mi serviva più, anche se mi aveva tenuta in piedi fino a quel momento.

E il bello è che più lasci andare, più torni a te.

Ho imparato che il valore non sta nel fare tanto, nel produrre, nell’essere sempre “pronta”. Il valore sta nella presenza. Nella verità. Nel fare spazio.

Anche nel mio lavoro questo cambiamento si è fatto sentire.
Non mi interessa solo creare siti belli e funzionali. Voglio che abbiano un’anima. Voglio che raccontino chi sei veramente, non solo cosa fai.

E per poterlo fare con gli altri, dovevo prima farlo con me stessa.

Oggi non ho tutte le risposte, e va bene così.
Ma ho imparato ad ascoltarmi, a dire no, a fermarmi, a cambiare idea, a ripartire. Ho imparato che non c’è un’unica strada. Che la coerenza più grande è essere fedeli a chi siamo, anche quando cambiamo.